
Giuseppe De Luca viene al mondo nel 1898 nel piccolo borgo di Sasso di Castalda. Non trascorre però qui la sua infanzia. Dopo la morte della madre a causa del parto è allevato dalla nonna poco distante, a Brienza. Viene avviato agli studi in seminario a Ferentino e a Roma, dove diventa sacerdote nel 1921. Abbandona gli studi universitari in Lettere ma non un intenso percorso individuale di ricerca, coltivando la sua passione di storico tra codici e manoscritti. A lui va il merito di aver organizzato nella biblioteca di San Pietro in Vincoli fino al 1948 una delle più importanti raccolte private di volumi sulla storia della religiosità a Roma. Collabora con diverse riviste, tra cui L’Avvenire e L’osservatore Romano scrivendo recensioni letterarie. Nel 1942 fonda le Edizioni di storia e letteratura, più che una casa editrice una sorta di accademia, con l’intento di far crescere e promuovere giovani autori. L’obiettivo che egli persegue con ferma convinzione è quello di formare una nuova classe dirigente di ecclesiastici partendo dalla cultura come linguaggio universale, per arginare la frammentazione delle ideologie e il crescente clima di odio che attraversa l’Europa. Stringe rapporti con molti intellettuali e scrittori come Carlo Bo e Giuseppe Ungaretti e diviene grande amico del cardinale Angelo Roncalli, il futuro papa Giovanni XXIII. E’ proprio il pontefice a nominarlo consultore e membro della Pontificia Commissione preparatoria degli studi e dei seminari. Ma don De Luca ha la stima e l’amicizia anche di molti politici come De Gasperi, Sturzo, Segni, Togliatti, Colombo. Grazie ai suoi rapporti con Palmiro Togliatti è proprio lui a favorire la distensione tra la Chiesa e l’URSS suggerendo lo scambio di auguri tra il papa e Kruscev. Con Colombo si confronta spesso su un progetto a cui tiene particolarmente: salvaguardare le biblioteche e gli archivi ecclesiastici e privati della Basilicata, terra amata da entrambi. Muore nel 1962, a sessantaquattro anni.