
Curiosità
L’estro del Principe di Venosa non ha incuriosito e affascinato solo il contesto strettamente musicale e contemporaneo.
Cinema, televisione e teatro hanno reso omaggio all’elegante artista lucano. Scipione Cerreto, teorico musicale e liutista italiano del ‘500 disse di lui: «È un raro suonatore di molti strumenti e del liuto in special modo. Nelle composizioni è superiore a tutti i musici suoi contemporanei. (…) Se questo signore fosse vissuto all’epoca dei Greci, gli avrebbero fatto una statua di marmo e d’oro».
Per un lungo periodo Gesualdo è stato dimenticato fino a che, tra fine ‘800 e inizi ‘900, non ha ispirato grandi nomi della musica mondiale, come Richard Wagner, il compositore tedesco, il quale, nella famosa “Cavalcata delle Valkirie” e in alcuni passaggi del “Tristano e Isotta”, ricorre ad evidenti tratti gesualdiani.
È Igor Stravinsky, però, il musicista che più degli altri ha fatto dello stile del compositore venosino un modello assoluto, arrangiando il madrigale “Beltà, poi che t’assenti” per lo spettacolo “Monumentum pro Gesualdo” del New York City Ballet.
“I madrigali di Gesualdo, principe di Venosa,/musicista assassino della sposa/cosa importa?/Scocca la sua nota,/dolce come rosa”, è l’ultimo verso del brano “Carlo Gesualdo da Venosa” composto da Franco Battiato (1995) in omaggio al musicista venosino.
Le sorprendenti invenzioni del principe hanno influenzato anche cinema, teatro e televisione. “Gesualdo – Morte a cinque voci” è il documentario firmato da Werner Herzog, autorevole esponente del cinema tedesco, realizzato per la tv pubblica tedesca. Nell’elegante colonna sonora di “The Wild Blue Yonder” (“Il cattivo tenente”), sempre di Herzog, si riconoscono le tracce dei madrigali del grande musicista riscoperto da Stravinsky.