
Discendente da un’antica famiglia napoletana, viene alla luce a Ferrandina nel 1841,da Gregorio Ridola e Camilla De Gemmis, anch’ella erede di una nobile famiglia pugliese. Poco dopo la famiglia si trasferisce nella vicina Matera.Qui Domenico Ridola cresce e compie i suoi studi alla scuola privata del canonico Guanti e al seminario Lanfranchi. Dopo la laurea in Pediatria conseguita a Napoli, viaggia a lungo per l’Italia e per l’Europa. Assapora il clima di cambiamento dettato dal positivismo e dalla psicanalisi. Fa tesoro di quei viaggi e si convince dell’assoluta importanza dell’applicazione di un metodo scientifico e rigoroso alla ricerca in qualsiasi ambito. Tornato a Matera nel 1869 insegna al Liceo “Duni” senza mai abbandonare gli studi di medicina, tanto che una particolare patologia pediatrica da lui scoperta porta il suo nome (la “sindrome del Ridola”). Il giovane medico coltiva anche la passione per l’archeologia che lo porta a scoprire alcuni insediamenti nel materano risalenti al Paleolitico inferiore e poi la Grotta dei Pipistrelli e la Grotta Funeraria. Non sono molti i mezzi di cui dispone, ma inizia un minuzioso lavoro di ricerca, raccolta e catalogazione dei reperti. Il suo contributo verrà riconosciuto e apprezzato dalla Socièté Prèhistorique de France, l’Istituto Archeologico Germanico e la Società Romana di Archeologia. Eletto sindaco di Matera nel 1892, nel 1906 sarò deputato alla Camera al posto di Michele Torraca e nel 1913 senatore del Regno. Continua la sua attività legata agli scavi fino al 1910, quando dona allo Stato il materiale raccolto che verrà conservato nell’ex convento delle Clarisse , dal 1911Museo Archeologico Nazionale. Non smetterà mai di ricercare e di studiare, fino al 1932, quando muore a novantuno anni. Oggi il Museo Archeologico nazionale di Matera porta il suo nome.