
William Donato Phillips
Nelle sue vene scorre sangue lucano e non lo ha mai dimenticato. Lo ricorda anche nell’autobiografia pubblicata sul sito ufficiale del Premio Nobel, quando con orgoglio parla della madre: “Mia madre, Mary Catherine Savino, è nata in un villaggio dell’Italia eridionale, Ripacandida. Tra i suoi ricordi ha sempre conservato le passeggiate tra i vigneti del nonno su di un carro trainato da cavalli”.
William Donato Phillips, nato a Wilkes-Barre, in Pennsylvania, il 5 novembre del 1948, è un fisico, vincitore del Premio Nobel nel 1997 per “lo sviluppo di metodi per raffreddare e catturare gli atomi tramite laser” (laser cooling).
I genitori di Phillips, il padre era di origini gallesi, hanno sempre riconosciuto e incoraggiato la sua forte propensione per lo studio, in particolare per la scienza che da bambino “era solo una delle passioni, insieme a pesca, baseball, ciclismo e tree climbing”. Trascorreva interi pomeriggi nel laboratorio allestito nel seminterrato di casa facendo esperimenti con fuoco ed esplosivi incurante dei pericoli. I suoi genitori, come si legge ancora sul sito del Premio Nobel, “hanno tollerato i miei esperimenti, anche quando gli interruttori della corrente elettrica sono andati in tilt a causa dei miei sovraccarichi”.
Ad un certo punto però il microscopio e la chimica diventano qualcosa di più. Comincia così la scalata verso i gradini più alti della sua formazione: la laurea allo Juniata College, il dottorato presso il Massachusetts Institute of Technology, con una tesi sul “momento magnetico” dei protoni nell’acqua. Poi incontra Jane Van Wynen, la madre dei suoi figli, quando è già iscritto al Mit, il Massachusetts Institute of Technology, dove approfondisce lo studio della fisica atomica.
A lui si deve la scoperta di nuove tecniche di raffreddamento e intrappolamento dell’atomo tramite laser. Il passo successivo è il NIST, il National Institute of Standards and Technology, dove è responsabile del gruppo che studia la fisica del raffreddamento via laser. Il 1997 è l’anno del Premio Nobel per la fisica: “sicuramente - commenta ancora - il riconoscimento più alto per uno scienziato, e io l’ho ricevuto con senso di timore reverenziale”.
Il leit motiv scelto da William Donato Phillips per la vita è racchiuso in questo concetto: “Non ho mai rimpianto le decisioni prese, almeno non quelle basate sulle considerazioni del cuore”. E il cuore spesso lo ha fatto ritrovare a Ripacandida per non recidere mai il filo diretto con le sue origini che lo hanno portato così lontano, così in alto.